Il dubbio per tanti cittadini è se la pressione alta dia diritto alla Legge 104 e, dunque, a diverse agevolazioni.
Per concedere la Legge 104 una Commissione medica incaricata dovrà valutare una patologia invalidante. L’ipertensione può creare difficoltà tali da permettere l’accesso alle agevolazioni concesse dalla 104?
L’ipertensione arteriosa si verifica quando c’è un’elevata pressione del sangue nelle arterie a causa della quantità di sangue pompata dal cuore e dalla resistenza delle arterie al flusso del sangue. Il 30% circa della popolazione adulta soffre di pressione alta. Di conseguenza tante persone hanno questo fattore di rischio che aumenta le probabilità di insorgenza di una malattia cardiovascolare come ictus, infarto miocardico, angina pectoris. Prevenire i danni provocati dall’ipertensione è, dunque, fondamentale.
Riconoscere il disturbo può non essere semplice perché non sempre è associato a sintomi o comunque si avverte una sintomatologia imputabile ad altre condizioni. Mal di testa, vertigini, stordimento, ronzii nelle orecchie, alterazioni della vista, perdite di sangue dal naso sono i segnali da non sottovalutare e che dovrebbero far ipotizzare un problema di pressione alta. Da sola l’ipertensione non dà diritto alla Legge 104 ma se causa patologie o episodi drammatici allora si potranno ottenere le agevolazioni.
Pressione alta e Legge 104, quando c’è correlazione
La pressione alta diventa invalidante quando modifica le abitudini di vita del paziente costringendolo a costi importanti per curare la propria salute. Nello specifico, la Legge 104 viene concessa riconoscendo una malattia che provoca una minorazione fisica, psichica o sensoriale stabile o progressiva che determina difficoltà di apprendimento relazione o integrazione lavorativa.
L’ipertensione, dunque, deve causare una disabilità prolungata nel tempo e che incide notevolmente sulla qualità di vita del paziente per dare diritto alla Legge 104. La Commissione attesterà l’invalidità causata dalla pressione alta e assegnerà una specifica gravità (da non grave a superiore a due terzi). Per l’ipertensione arteriosa non complicata la percentuale di invalidità riconosciuta sarà, per esempio, del 10%. Se non complicata e non controllata da terapia medica dall’11 al 20% e con iniziale impegno cardiaco dal 21 al 30%.
Queste percentuali non danno diritto ad alcuna agevolazione. Sopra il 33% l’invalidità è collegata ad aiuti. La cardiopatia ipertensiva con impegno cardiaco di grado medio-severo ha percentuali tra il 51 e il 70% e garantisce agevolazioni. In base alla gravità attribuita, dunque, saranno erogati benefici diversi come i permessi di tre giorni al mese, le detrazioni fiscali e l’IVA al 4% per l’acquisto di auto e presidi medici, le agevolazioni per l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’esenzione ticket sanitario.