Tante persone pensano sia mal di schiena ma in realtà il dolore nasconde un’altra verità. Scopriamo quale e a cosa prestare attenzione.
Una diagnosi tardiva può causare molti problemi ma spesso distinguere un banale mal di schiena da una più seria patologia è complicato. Ad aiutare Ilaria D’Emilia, reumatologa dell’Istituto Neurotraumatologico Italiano e responsabile del Centro Antares per Farmaci Biologici.
Quanti di voi soffrono di mal di schiena? Il dolore è comune perché mantenere la postura corretta è complicato così come evitare sforzi eccessivi o caricare troppo la colonna vertebrale. In alcuni casi, però, la motivazione dietro il mal di schiena può essere diversa. Potrebbe nascondersi la Spondilite anchilosante, una malattia poco nota che colpisce circa 18 mila italiani e per la quale è fondamentale una diagnosi precoce.
Si tratta di una patologia infiammatoria cronica immuno-mediata che fa parte delle malattie reumatiche infiammatorie, seconda come diagnosi più comune solo all’artrite reumatoide. L’incidenza è tre volte maggiore negli uomini e in età giovane-adulta. Generalmente insorge prima dei 45 anni ma per anni la giusta diagnosi potrebbe non essere accertata. Questo perché inizialmente si scambia la Spondilite anchilosante per una lombalgia persistente.
Uno specialista sarà in grado di distinguere la “normale” lombalgia dalla malattia infiammatoria procedendo con un’adeguata diagnosi. Sospetterà della patologia se il paziente riferirà di altri sintomi come la difficoltà nel flettersi, la postura scorretta durante lo svolgimento dei movimenti, la difficoltà nel respirare coinvolgendo questa malattia anche la muscolatura respiratoria. Nel momento in cui si arriva ad avvertire questa sintomatologia significa che i danni provocati dalla Spondilite anchilosante non sono più reversibili.
La diagnosi deve essere precoce in modo tale da iniziare il prima possibile la terapia farmacologica che arresta l’evoluzione della patologia. Una risonanza magnetica sarà sufficiente per diagnosticare la Spondilite anche nelle primissime fasi della malattia e iniziare subito con la somministrazione di Farmaci Biotecnologici. La ricerca negli ultimi venti anni ha fatto passi da giganti nella cura di questa patologia. La terapia si è recentemente arricchita di nuove molecole inibitorie che sono coinvolte nell’evoluzione della Spondilite.
Una diagnosi precoce significa ritardare se non evitare un peggioramento della malattia verso la fase anchilosante. Oltre i farmaci è indispensabile una terapia fisica con medici posturali che possano mobilizzare la colonna bloccata e una ginnastica respiratoria per combattere la tendenza ad una costrizione con insufficienza respiratoria nonché sport che coinvolgono la colonna come il nuoto.
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