L’Anonimometro è uno strumento utilizzato dall’Agenzia delle Entrate con lo scopo di combattere l’evasione fiscale.
Esiste già da qualche anno questo strumento chiamato anonimometro, ma fino ad oggi non era mai decollato appieno. Adesso, grazie allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, sarà molto più efficiente e i contribuenti tremano.
La riattivazione dello strumento risale al mese scorso e il Governo adesso conta di scovare molti più “furbetti”, grazie al fatto che gli algoritmi sono ancora più efficaci rispetto al metodo passato.
Come funziona l’Anonimometro? L’IA controllerà milioni di conti correnti degli italiani – ecco chi è a rischio
L’anonimometro è uno strumento che oggi si avvale dell’Intelligenza Artificiale, ma anche gli umani prenderanno parte alla analisi della situazione finanziaria degli italiani.
Come possiamo immaginare, questo strumento – che come si intuisce dal nome garantisce la privacy dei contribuenti – analizza grazie agli algoritmi i movimenti di denaro, le spese, il patrimonio e le dichiarazioni dei redditi (o le omissioni delle stesse) di ogni cittadini. Se l’algoritmo intravede qualche incongruenza, scatta l’alert e il Fisco indaga più a fondo.
Si tratta di una descrizione semplificata della procedura, ma rende l’idea delle intenzioni dell’Agenzia delle Entrate. Sarà l’algoritmo, dunque, molto più veloce dell’ingegno umano, a scandagliare meticolosamente le informazioni sul conto corrente del soggetto, e a scovare eventuali irregolarità.
Non appena emerge un sospetto, i funzionari dell’ADE possono decidere se avviare delle indagini approfondite e inviare una comunicazione al contribuente, in modo che possa difendersi e/o produrre giustificazioni ai movimenti finanziari irregolari riscontrati.
La privacy, però, è assicurata anche dalla decisione del Garante, che ha dato il via libera all’utilizzo dell’Anonimometro.
In realtà non c’è niente di nuovo se non nel fatto che oggi, con l’Intelligenza Artificiale, i controlli saranno quantomeno più veloci e quindi il Fisco potrà contrastare in maniera più efficace l’evasione fiscale.
La speranza è che l’IA utilizzata nell’anonimometro non soffra degli stessi problemi (le note “allucinazioni”) di cui ChatGPT ha già dato ampiamente dimostrazione, perché possiamo facilmente immaginare lo stress e l’ansia provocata da un accertamento in chi non ha niente da nascondere.
Non resta dunque che attendere i primi risultati di questa nuova mossa del Fisco e scoprire se l’Intelligenza Artificiale è davvero la soluzione a tutti i problemi.