Pessime notizie per i caregiver che assistono una persona con disabilità. Sono previsti tagli ai contributi economici erogati.
Poter contare su misure economiche e assistenziali è di fondamentale importanza per i caregiver che hanno l’arduo compito di assistere con costanza un familiare o una persona con disabilità grave. Togliere o ridurre questi aiuti significherebbe metterli in difficoltà.
Con il termine caregiver si definisce chi si occupa dell’assistenza di un disabile, una persona non autosufficiente. Questa cura richiede un impegno gravoso che spesso crea difficoltà avendo anche una vita privata e lavorativa da gestire. Lo Stato viene incontro ai caregiver permettendo loro di accedere a diverse misure come i permessi di tre giorni al mese, il congedo straordinario, la pensione anticipata con l’Ape sociale e Opzione Donna.
Sono aiuti essenziali così come i sussidi economici che permettono di migliorare la qualità della vita dell’assistito garantendogli assistenza continua o strumenti per aumentare l’indipendenza. Eppure sembrerebbe che alcuni contributi stiano per subire dei tagli senza che vengano sostituiti da servizi tali da mantenere la qualità di vita raggiunta dal disabile.
La Regione Lombardia ha approvato il Piano Nazionale per la Non Autosufficienza recependo le direttive solo a metà. Ha pensato di tagliare i contributi economici destinati ai caregiver familiari che assistono una persona con disabilità gravissima. Una decisione che fa discutere perché a fronte del taglio dovrebbero esserci servizi tali da poter garantire l’assistenza al disabile.
Il PNNA, infatti, prevede la trasformazione graduale dei contributi economici in servizi diretti al cittadino. Le Associazioni non approvano tale cambiamento perché di nuovi servizi non ce n’è l’ombra. I 2,6 miliardi di euro stanziati dal PNNA per le Regioni dovrebbero implementare i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali prima del taglio dei contributi. Lodevole l’idea di ampliare i servizi sociosanitari ma prima devono essere ampliati, poi si potranno ridurre i finanziamenti diretti alle famiglie. Questo lamentano le associazioni denunciando la mancanza di servizi.
Tanti genitori, coniugi, figli riescono a fornire cure a trattamenti ai parenti disabili solo grazie ai contributi economici erogati. Toglierli significherebbe non poter garantire una vita dignitosa al disabile gravissimo. La stima è di una riduzione dal 25 al 45% con conseguenze devastanti per le famiglie – sostiene “Nessuno è Escluso” – entro sei mesi. Si farà in tempo a fornire i servizi sostitutivi? Anche l’AISLI critica la scelta della Regione Lombardia in un momento in cui i costi di badanti e assistenti stanno crescendo. La richiesta è di un rinvio dell’attuazione delle direttive PNNA.
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